Sciamani (così come gli artisti o i profeti) non si diventa, si è costretti a esserlo. Finito l’intervento è finita anche la magia dell’artista. Il rituale potrà ricominciare quando/se ci sarà di nuovo la consapevolezza e il bisogno di trasformare l’energia creativa in un prodotto artistico e ogni volta mi faccio strumento di quel passato lontano. L’artista, attraverso la performance, ricrea ogni volta la realtà secondo un pensiero comune a tutti. E questa diventa sciamanica - e in qualche modo terapeutica - in quanto rafforza la psiche collettiva, redistribuendo quell’energia, fa in modo che ci si ritrovi alla fine dentro un unico corpo e in un unico tempo.